Sono nato a Cosenza in un’afosa mattina di fine giugno e le prime cose che ho visto e sentito sono i colori e i profumi della mia città, della mia terra: la Calabria. Soffiava un vento caldo proveniente da sud-est e i miei genitori avranno fatto fatica a prendere in braccio un “ometto” di ben 3 kg e 800 grammi. Sono cresciuto in una famiglia folle, ma non troppo. Siamo da sempre uniti e ci piace fare le cose tutti insieme. Le tradizioni vanno rispettate e guai a venir meno agli impegni presi. L’80 per cento di ciò che ho imparato l’ho appreso vivendo in questo “manicomio”, il mio posto nel mondo. Alle elementari non ho fatto altro che parlare e prendere in giro tutti attribuendo loro un soprannome dietro l’altro. Indelebile il ricordo della mia professoressa preferita: Nellina Summaria. Alle medie mi sono dato una calmata e ho cominciato ad amare la lettura.
Ho frequentato la Ragioneria - spinto dalla mia burbera guida: il mio babbo - ma, con indirizzo umanistico, un qualcosa di sperimentale che mi ha dato la possibilità di prendere parte ad una, massimo due lezioni di matematica a settimana. Che fortuna!
Conseguita la Maturità (almeno sulla carta), ormai diciottenne, ho deciso di frequentare l’università: Lettere moderne all’Unical. Ho studiato con entusiasmo e anche in questo caso ho avuto la fortuna di trovare dei punti di riferimento non indifferenti: i docenti Ordine e Sole.
Ho conseguito la laurea in Filologia moderna con una tesi sul mio autore preferito: Gabriele D’Annunzio e terminato il percorso di studi in Storia con un elaborato sulla dominazione normanna nel Meridione, ed ancora due master: lingua italiana per gli stranieri e interpretazione, fenomenologia, prevenzione e didattica sul bullismo.
Nel frattempo ho iniziato a insegnare, realizzando quello che è da sempre il mio sogno. Tre anni di scuola media e altrettanti nelle superiori per porre le basi ad una carriera che immagino rosea e piena di soddisfazioni. Parallelamente alla scuola mi sono dedicato all’insegnamento degli sport da combattimento (vanto una cintura nera III grado, riconosciuta dal Coni) e a quello della nobile arte: la boxe conseguendo, insieme ai miei allievi, importanti riconoscimenti. Non dimenticherò mai il mio primo posto al Campionato del Mondo Wako per club nel 2015, così come le partecipazioni e le vittorie dei miei “Cobra” che hanno vestito la maglia della Nazionale italiana.
Ho ottenuto il tesserino di giornalista pubblicista e lavorato per ben otto anni come redattore per il quotidiano di informazione “Calabria ora” prima e “L’ora della Calabria” poi, alle dipendenze di direttori come Piero Sansonetti e Paride Leporace.
Mi puoi trovare per le strade della città, in bicicletta, o in palestra a “giocare” un po’ al sacco. Mi sono fatto crescere la barba, per sembrare più serio, ma il mio lato bambino e giocherellone viene inevitabilmente fuori ogni qualvolta decido di tenere banco e fare il burlone, soprattutto in compagnia della stellina di casa: mia sorella Giusy. La tristezza non mi si addice e quella espressa in queste pagine è solo un granellino di sabbia nel deserto del mio mondo.
Non ho la pretesa di insegnare niente a nessuno (a parte ai miei alunni, che cerco di mettere nelle condizioni di imparare), ma di testimoniare che la vita è piena di situazioni imprevedibili, che ci si può ancora innamorare, illudere ed essere illusi. Che si può star male così come rialzarsi e tornare a “picchiare” ancora più forte perché, si sa, ci sarà sempre un’ultima ripresa prima del “gong” finale.